Auto aziendale

Devo acquistare l'auto! A chi la intesto? Quanto deduco? Cosa mi conviene?

26.05.2020 by Redazione Studio Bertini & Partners

Queste sono le domande che da trent'anni ci sentiamo costantemente ripetere in studio ed è per questo che abbiamo deciso di scrivere questo articolo riassuntivo.

Partiamo col dire che esistono tre modi per detrarsi la nostra autovettura:

1/ Auto aziendale

Normativa Iva. La regola generale è che se compriamo un'autovettura e la intestiamo alla nostra impresa ci porteremo in detrazione il 40% dell'Iva sostenuta su costo d'acquisto incluso i componenti, ricambi, carburanti e lubrificanti destinati allo stesso mezzo oltreché i servizi strettamente correlati quali manutenzione, custodia, autostrada, ecc..

Esistono poi delle eccezioni per le quali l'Iva assume una deducibilità al 100% quando:

  • l'autovettura è oggetto dell'attività dell'impresa (es. concessionari auto);

  • l'autovettura è utilizzata esclusivamente nell'esercizio dell'attività dell'impresa per fini strumentali (es. veicoli utilizzati da imprese di noleggio, leasing, taxi, scuole guida, ecc.);

  • autovetture acquistate da agenti o rappresentanti di commercio.

Normativa IIDD. Per le autovetture aziendali il costo deducibile d'acquisto subisce una doppia limitazione, ci possiamo scaricare il 20% di 18.075,99 in 4 anni che è la durata dell'ammortamento (es. se acquisto un'autovettura € 50.000 poiché l'ammortamento è in 4 anni e la percentuale deducibile è del 20%, il costo che possiamo scaricarci sarà 18.075,99 x 25% x 20% = € 903,80).

Quindi indipendentemente dal fatto che io acquisti una Fiat Punto od una Porsche il mio costo deducibile sarà sempre e comunque di € 903,80 annuo.

Peggio che mai nel caso di noleggio, in quanto il costo deducibile si ridurrà al 20% di € 3.615,20 ossia € 723,04 annuo.

Anche le spese relative alle autovetture quali: carburante, lubrificante, manutenzioni, ecc. subiscono il limite del 20% della spesa.

Diversamente le autovetture utilizzate dagli agenti e rappresentanti di commercio, agenti assicurativi e promotori finanziari subiscono il limite dell'80% di € 25.822,84 mentre il limite del noleggio annuo deducibile per questi soggetti è 80% di 5.164,57.

Conclusione. Per le generalità delle imprese prendendo l'esempio dell'acquisto auto al costo di € 50.000 + Iva il risparmio fiscale in quattro anni sarà così determinato:

  • recupero Iva € 50.000 x 22% x 40% = € 4.400

  • recupero imposte dirette (considerando un carico fiscale aziendale del 30%) € 903,80 x 30% = 271 annuo x 4 = 1.084

Tale soluzione si prospetta poco vantaggiosa per l'azienda poiché permetterà di non versare imposte per € 5.484 in 4 anni a fronte di un sostenimento di costo di € 61.000.

2/ Auto aziendale assegnata all'amministratore in utilizzo promiscuo

Le modalità di assegnazione dell'auto all'amministratore, non dipendente e non professionista, sono:

  • uso esclusivamente aziendale: l'autovettura ad utilizzo esclusivamente aziendale è soggetta alle stesse limitazioni fiscali per le auto aziendali descritte al punto 1/ al quale rimandiamo;

  • uso promiscuo: in questo caso l'azienda riconoscerà all'amministratore in busta paga un compenso in natura chiamato fringe benefit che viene determinato assumendo la misura del 30% dell'importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale annua di 15.000 km da calcolarsi sulla base delle tabelle ACI in funzione dell'auto assegnata. Supponendo che il costo km da tabella Aci sia di € 0,50 a km, il fringe benefit è così calcolato: 15000 x 0,50 x 30% = € 2.250. Le tabelle Aci vengono elaborate entro il 30 novembre di ciascun anno, comunicate al Ministero delle Finanze che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre ed hanno effetto dal periodo di imposta successivo.

  • uso esclusivamente privato: in questo caso, il valore del fringe benefit si misura assumendo la misura del 100% dell'importo corrispondente alla percorrenza convenzionale annua di 15000 km senza applicare nessuna riduzione.

Nel caso di assegnazione dell'auto all'amministratore in uso promiscuo l'impresa potrà dedursi:

  • 40% dell'Iva sul costo d'acquisto dell'auto inclusi i componenti e servizi;

  • integralmente i costi relativi all'autoveicolo nel limite dell'importo del fringe benefit € 2.250, l'eventuale eccedenza delle spese incontra le limitazioni previste per le auto aziendali sopra analizzate (20%).

Dall'altra parte l'impresa sul fringe benefit concesso all'amministratore dovrà pagare i contributi Inps nella misura del 34% e l'imposta Irpef per un minimo del 23% per un importo complessivo di € 1.282.

Conclusione. Assegnando l'auto aziendale in uso promiscuo all'amministratore e riprendendo l'esempio dell'acquisto auto al costo di € 50.000 + Iva avremo il seguente abbattimento fiscale:

  • recupero Iva € 50.000 x 22% x 40% = € 4.400

  • recupero imposte dirette (considerando un carico fiscale aziendale del 30%) € 2.250 x 30% = 675 annuo x 4 = 2.700

  • oneri fiscali e contributivi sul fringe benefit € 1.282 annui x 4 = 5.128

Tale soluzione si prospetta la più svantaggiosa per l'azienda poiché permette di abbattere il carico fiscale soltanto di € 1.972 in 4 anni a fronte di un sostenimento di costo di € 61.000.

3/ Auto aziendale assegnata al dipendente in utilizzo promiscuo

Le modalità di assegnazione dell'auto all'amministratore, non dipendente e non professionista, sono le stesse previste per l'amministratore. Il caso che a noi interessa analizzare è l'auto concessa in uso promiscuo al dipendente.

Malgrado la norma non lo affermi specificamente, onde evitare che l’Amministrazione Finanziaria possa pensare ad una soluzione adottata per “superare” le importanti limitazioni imposte dal legislatore negli ordinari casi di utilizzo aziendale è opportuno che detta fattispecie venga applicata nelle situazioni in cui il dipendente per le esigenze lavorative ha effettivamente la necessità di utilizzare una vettura (altrimenti l’uso promiscuo risulterebbe del tutto snaturato in relazione alle effettive finalità di tale previsione).

In fin dei conti, che senso ha attribuire al dipendente una vettura se poi con tale vettura vengono magari percorsi solo 5.000 o 10.000 chilometri annui?

E magari il dipendente mai (o quasi mai) si sposta dalla sede per motivi di lavoro?

Si tratterebbe di una soluzione antieconomica e, in quanto tale, oggetto di probabile contestazione nel caso di verifica (poiché il dipendente usa così poco l’autovettura, in fin dei conti ciò significa che non vi è alcuna necessità che egli l’abbia a disposizione in via continuativa).

L’utilizzo da parte del dipendente, inoltre, deve essere dimostrato attraverso idonea documentazione: sul punto l’Amministrazione Finanziaria, con la circolare 48/E/1998, ha ritenuto necessario procedere alla integrazione del contratto di lavoro attraverso una clausola apposita.

L’applicazione di tale fattispecie, infine, è subordinata al requisito dell’utilizzo del dipendente per la maggior parte del periodo d’imposta: è quindi necessario stabilire un periodo minimo di utilizzo del dipendente di 184 gg, al fine di evitare concessioni fittizie di ridotta durata (quindi con un piccolo benefit tassato) al solo fine di fruire della importante deduzione al 70% dei costi della vettura. Se il dipendente non lavora tutto l'anno il periodo temporale deve essere ragguagliato.

In questo caso l'impresa potrà dedurre:

  • 40% dell'Iva sul costo d'acquisto dell'auto inclusi i componenti e servizi;

  • 70% dell'ammontare dei costi relativi all’auto data in uso promiscuo al dipendente. In questo caso la norma non prevede un tetto massimo di deducibilità riferito al valore del veicolo. Per comprenderne meglio riprendiamo il nostro esempio, considerando l' acquisto di un’autovettura al costo di € 50.000 + Iva (tralasciamo volutamente, in tale confronto, l’effetto Iva parzialmente indetraibile): se essa fosse qualificata come “ordinario” mezzo aziendale l’ammontare complessivamente deducibile sarebbe di € 3.615,20 (€ 18.075,99 x 20%); se la vettura fosse attribuita in uso promiscuo al dipendente, l’importo che potrebbe complessivamente essere computato in deduzione dal reddito sarebbe di € 35.000 (il 70% di € 50.000).

La soluzione dell’auto concessa in uso promiscuo al dipendente, oltre ai benefici riconosciuti al soggetto concedente in termini di deduzione, determina tuttavia effetti reddituali in capo al dipendente beneficiario.

A fronte della concessione per l’utilizzo della vettura, infatti, in capo al dipendente si genera un fringe benefit relativo all’utilizzo personale, che viene determinato in maniera forfettaria ai sensi dell’articolo 51 Tuir.

L’azienda ha tuttavia la possibilità di riaddebitare al dipendente parte del costo sostenuto per l’utilizzo del veicolo (in base agli accordi intervenuti tra l’azienda e il dipendente stesso) con la conseguenza che il costo riaddebitato va a ridurre o azzerare il compenso in natura (fringe benefit) connesso a tale utilizzo personale.

Supponendo che l'azienda non abbia riaddebitato alcunché al dipendente, sul fringe benefit di € 2.250 concesso dovrà pagare i contributi Inps del 39% oltre l'imposta Irpef per un minimo del 23% pari all'importo complessivo di € 1.395.

Conclusione. Assegnando l'auto aziendale in uso promiscuo al dipendente e riprendendo l'esempio dell'acquisto auto al costo di € 50.000 + Iva avremo il seguente abbattimento fiscale:

  • recupero Iva € 50.000 x 22% x 40% = € 4.400

  • recupero imposte dirette (considerando un carico fiscale aziendale del 30%) € 50.000 x 70% x 30% = 10.500

  • oneri fiscali e contributivi sul fringe benefit € 1.395 annui x 4 = 5.580

Tale soluzione si prospetta assolutamente la migliore e la più vantaggiosa per l'azienda poiché permette di non versare al fisco € 9.320 di imposte in 4 anni a fronte di un sostenimento di costo di € 61.000.

Tale soluzione assieme al rimborso km rappresentano le scelte migliori aziendali per abbattere il carico fiscale.

La soluzione ottimale si raggiunge sempre con una consapevole ed attenta pianificazione fiscale. Richiedi una consulenza gratuita allo Studio Bertini & Partners, professionisti capaci sapranno consigliarti al meglio.


NOVITA' Legge di Bilancio 2020. Ha previsto un inasprimento della tassazione nel caso di veicoli inquinanti al partire dal 01.07.2020. Gli autoveicoli, le autovetture, i motocicli di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo ai dipendenti ed amministratori, con contratti stipulati dal 01.07.2020, devono calcolare il fringe benefit in funzione delle emissioni di anidride carbonica per km ed in particolare applicando le seguenti nuove % (anziché il 30% precedente) alla percorrenza convenzionale di 15.000 km da calcolarsi sempre in funzione delle tabelle Aci:

Emissioni co2 del veicolo per km 2020 2021

  • Fino a 60 g x km 25% 25%

  • da 61 a 160 g x km 30% 30%

  • da 161 a 190 g x km 40% 50%

  • oltre 190 g x km 50% 60%

Come te ne sarai reso conto, la normativa tributaria è complessa e complicata, ma la possibilità di conseguire importanti risparmi fiscali sta proprio nel non lasciar niente al caso e cercare di detrarre dai ricavi quanti più costi possibili evitando di cadere in comportamenti illeciti che sarebbero pesantemente sanzionati dalle istituzioni italiane.

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